Domino, chiaro imperfetto
«Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell’anima. Il passato non esiste in quanto non è più,il futuro non esiste in quanto deve ancora essere,e il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro»
Ispirata alle parole di Sant’Agostino, la sceneggiatura gioca solo sull’avverarsi di un semplice gesto: quel togliersi il domino, quel far cadere un mantello a terra, che la protagonista compie guardando dritto negli occhi lo spettatore. Scioglimento del dramma da un lato, lo sguardo rivolto al futuro dall’altro, nel mentre il bianco e nero della fotografia rimanda comunque ad un’idea profonda e ricca di sfumature di memoria. Il tutto fotografato all’interno del Mulino Alvino, opificio di Matera abbandonato da tempo, monumento di un’archeologia industriale assurta a simbolo della nostra stessa storia, e all’interno del quale proprio il tempo si nasconde e si svela a seconda dei tagli di luce.